Racconto “Dicembre.” di Santini Flavio.

Dicembre.
Sera, una città, per la strada.
Una famiglia cammina tenendosi per mano.
La moglie tiene per mano uno dei 2 figli e il marito fa lo stesso con l’altro.
Ridono spensierati.
Lui guardando le stelle, vede improvvisamente un bagliore, una piccola stellina che prima non aveva notato.
La serata è fredda, ma lui non sente freddo, anzi comincia a sentire caldo.
Camminano fra le vetrine della città addobbate per il natale.
Mancano solo pochi giorni e i 2 bambini sgonfiano ogni volta che passano davanti ad una vetrina con dei giocattoli.
Guardando in cielo, la stellina che aveva notato prima, sembra più grande, più luminosa.
Probabilmente ha confuso una stella con un aereo.
Uno dei bambini, vede in una vetrina un gioco elettronico e tira la manica del proprio papà per convincerlo a comprarglielo.
Lui dice al figlio di 8 anni che è babbo natale che porta i regali, non è lui, quindi l’unica cosa che può fare è quella di segnarsi su un foglio il modello, la marca, e il negozio dove l’ha visto per poi mandare una lettera a babbo natale.
Il figlio aiuta il padre a cercare le informazioni.
Poi guardando di nuovo in cielo, nota che ora al posto della stella, c’è una luce molto grande, intensa, ma che non fa male agli occhi guardandola, anzi.
Camminano ancora e comincia a nevicare…
I figli saltano di gioia, sapendo che probabilmente il giorno dopo sarebbero potuti andare a giocare sulla neve.
Lui invece guarda il cielo e nota che ovunque lui guardi, quella luce, quello strano bagliore, lo segue.
E diventa sempre più grande e luminoso, tanto da portarlo a chiedere a sua moglie se anche lei lo vede.
Lei non risponde, risponde ad altre domande ma a quella no.
Lo stesso per i figli.
Ora il calore è enorme, tanto che si toglie il cappotto.
La luce continua ad avvicinarsi e a diventare sempre più luminosa.
Nota infatti che sulla strada dove cammina, è presente come una luce, tutto intorno a lui, che lo segue.
La luce stranamente però, non tocca i suoi famigliari.
Il calore aumenta, diventa sempre più insopportabile.
Quasi gli manca il respiro.
Cerca di portarsi vicino uno dei 2 figli, ma stranamente la madre se li avvicina a lei impedendogli di toccarli.
Ora la luce, sembra prendere anche forma, quella di una sfera.
Passano i minuti.
Continua a nevicare.
La famiglia si ferma sotto un lampione.
La luce ora sempre più luminosa, ha una forma più definita.
Sembra una enorme mano.
La luce poi è talmente forte, ma talmente delicata, che sembra innaturale.
Cerca la propria famiglia, ma stranamente sembra che lo ignorino.
Prova a parlare, ma la sua voce non esce, prova a muoversi, ma il suo corpo non risponde.
L’unica cosa che si muove verso di lui, è quella mano terribilmente luminosa, ma altresì piacevole e confortevole.
Si accascia a terra e nota la mano che sembra volerlo prendere.
Ora l’unica cosa che vede è quella mano, la città, la famiglia, la neve, tutto scomparso.
Non sente neanche più i rumori della città o la voce dei suoi famigliari.
La mano si fa sempre più grossa e arriva al punto di essere sopra di lui.
Nonostante, sia enorme, la mano gli dà un senso di tranquillità e di serenità.
Ora si vede sollevare, la mano lo ha preso.
Rivede da prima la neve, poi i propri famigliari, il lampione, la città.
Infine vede una ambulanza che si avvicina.
Si ferma vicino alla sua famiglia, e quando gli infermieri spostano la moglie e i 2 figli, nota anche se stesso.
Sdraiato per terra, con una mano sul cuore.
Sua moglie strilla e piange, i 2 bambini non capiscono e piangono.
Lui capisce.
Ora è tutto chiaro.
Tutto l’universo, ora è chiaro.
È morto.